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ESG Risks: le risposte dai principali mercati internazionali

I fattori di rischio ESG sono sempre più presenti all’interno dei risk profile e delle informative: come cambia la percezione dei rischi ESG nei diversi mercati internazionali e e qual è il ruolo del quadro normativo?

Climate change e crisi pandemica: i trend di rischio in un contesto dominato dai “gray rhinos risk”

Come emerge dal documento “Evaluating ESG and pandemic risk reporting trends”, tra i rischi legati al climate change e quelli collegati alla pandemia esisterebbero diversi elementi di contatto. In particolare oggi possiamo dire che entrambi:

  • sono dei Gray Rhinos Risk, ovvero minacce presenti ma i cui potenziali impatti erano/sono ignoti;
  • hanno dimostrato o stanno dimostrando la scarsa efficacia delle strategie di collaborazione  tra i governi per definire e implementare azioni preventive;
  • sono eventi sistemici, che provocano reazioni a catena con impatti economici, sociali e ambientali imprevedibili.

Nel suo osservatorio, Marsh ha analizzato i report annuali stilati da una selezione di società quotate nelle borse più rappresentative dell’economia mondiale (Euronext, FTSE 100, NYSE e HKSE)1 al fine di identificare specifici insight sulle principali tendenze di rischio. Lo scenario dell’analisi è unico nel suo genere: le aziende oggi si trovano a dover scontare l’impatto del COVID-19 e delle tensioni geopolitiche, guardando con preoccupazione gli effetti dell’aumento costante della temperatura globale.

L’effetto della crisi pandemica sulla percezione dei rischi

Secondo le analisi, la pandemia ha effettivamente portato al centro dell’attenzione i rischi di carattere sociale, come quelli relativi alla salute, sicurezza e benessere dei dipendenti, alle leggi sul lavoro e ai diritti umani. Aspetti, questi, che insieme ai rischi ambientali e climate-related, rendono sempre più fondamentale la presenza di adeguate strutture di governance. Come conseguenza,  si assiste a un’intensificazione di alcuni rischi, principalmente riguardanti la capacità delle grandi corporate e degli istituti finanziari di definire strategie di lungo periodo e linee di indirizzo, coordinamento e controllo su aspetti come compliance, rispetto di standard etici, tutela degli interessi di diversi stakeholder. 

Rispetto agli anni precedenti, si riscontra quindi una generale tendenza da parte delle società a fornire informazioni più complete sulla gestione dei rischi. In ambito europeo, contesto Euronext, la sostenibilità e l'ambiente figurano tra i primi cinque top risk, sia grazie agli obblighi in vigore (Non-Financial Reporting Directive o NFRD, UE Taxonomy, Sustainability Financial Disclosure Regulation o SFDR, etc.), sia in virtù delle normative che verranno implementate: Corporate Sustainability Reporting Directive o CSRD, e Corporate Sustainability Due Diligence Directive o CSDD sono strumenti legislativi che richiederanno sempre più rendicontazione e verifiche su rischi e performance in ambito di sostenibilità. 

ESG e sostenibilità: dibattiti e normative alimentano l’attenzione delle aziende?

Con particolare riferimento ai rischi legati al cambiamento climatico, risulta ancora evidente la forte frammentazione delle società nel definire modalità univoche di rilettura di tali rischi in impatti finanziari. Tra i principali gap emersi, si rilevano carenze:

  • nella quantificazione degli impatti;
  • nella capacità di definire misure di mitigazione e adattamento di asset e modelli di business ai rischi climatici;
  • nell’analisi delle correlazioni tra i rischi all’interno di diversi scenari climatici.

Dall’analisi si rileva oltremodo che, nonostante i fattori di rischio ESG siano sempre più presenti all’interno dei risk profile e delle informative, le società devono ancora strutturarsi per comprendere e immaginare quali potrebbero essere le reali implicazioni di tali rischi su modelli di business e sulla resilienza organizzativa, al fine di supportare al meglio il processo decisionale.

Tali considerazioni trovano ancor più conferma nel fatto che l’attenzione verso i rischi ESG è, purtroppo, fortemente correlata allo scenario normativo dall’area geografica in cui si colloca la realtà aziendale analizzata. Maggiore è il dibattito e la regolamentazione in ambito sostenibilità e climate, maggiore è la rilevanza che le società associano alla disclosure di tali rischi2. A conferma di ciò, è emerso che il 90% delle aziende Euronext valuta i fattori di rischio ESG tra i top risk, mentre solo il 35% delle aziende NYSE considera i temi ESG tra i principali fattori di rischio, dato che scende sino al 30% tra le società dell'HKSE.

Caso particolare è invece riservato al FTSE 100: anche se il dato sembra relativamente basso  (solo il 21% delle organizzazioni ha valutato come principali i rischi ESG) le parole chiave come ambiente e climate change compaiono rispettivamente nel 94% e nel 62% di tutti i report.

I settori in cui i rischi ESG sono più comunemente considerati come molto significativi, se non principali, sono stati il settore retail, dell’estrazione e del turismo; a differenza del settore finanziario che non li riconosce come una delle principali preoccupazioni attuali. Considerando gli effetti dei rischi ambientali e climatici sugli specifici business, questi rischi assumono più rilevanza rispetto a quelli sociali e di governance nei settori alimentari, dell’estrazione e delle utilities

 I rischi connessi alla “Diversity” e il “Wellbeing” invece restano ancora con scarsa menzione.

Lo studio evidenzia anche una forte necessità di conoscere e approfondire i rischi e i relativi impatti sociali e di governance, temi centrali nelle organizzazioni, ma poco citati e/o valutati come rischi rilevanti e solo da poco in evidenza ma come conseguenza diretta del rischio pandemico.

Ritornando sul rischio pandemico, si evince come l’80% delle società del NYSE ha incluso il COVID-19 tra i rischi più rilevanti, a fronte del 40% delle organizzazioni dell’Euronext e rispettivamente 34% e 25% per FTSE 100 e HKSE.

Quale sarà l’impatto della rendicontazione obbligatoria

L’evoluzione del quadro normativo in ambito ESG, soprattutto nel campo della rendicontazione, può rappresentare per le aziende sia un potenziale fattore di rischio (ulteriori costi di compliance, creazione di nuove strutture e flussi, effetti reputazionali), sia una potenziale opportunità se la si approccia con consapevolezza e visione prospettica, concentrandosi sulla ricerca del cosiddetto successo sostenibile. In ogni caso, per i regolatori, sembra essere uno dei mezzi più efficaci per far intraprendere alle organizzazioni il corretto percorso verso la transizione economica, spostando l’attenzione del business al di là degli obiettivi finanziari di breve periodo.

Per questo, nel corso del solo 2022, stiamo assistendo a diversi cambiamenti:

  • Negli Stati Uniti, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha emesso una proposta di regolamentazione sull’informativa in ambito climate change, con l’obiettivo di informare gli investitori su come le organizzazione identificano e monitorano tali rischi.
  • L'International Sustainability Standards Board (ISSB) della IFRS Foundation sta lavorando sulla predisposizione di standard che guidino le società nella rendicontazione dell’informativa legata al clima e che saranno poi adottati dai diversi regolatori.
  • In Europa, la già citata CSRD introdurrà l’obbligo di fornire una rendicontazione più completa, con particolare riferimento anche alle tematiche climate-related. L’entrata in vigore della CSRD sarà accompagnata dall’introduzione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) proposti dall'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), che hanno come obiettivo quello di fornire delle linee guida e metriche per la rendicontazione in ambito di sostenibilità nel mercato UE.

Il percorso verso delle linee guida per la rendicontazione dell’informativa non finanziaria che sia armoniche è ancora lungo, in quanto, come abbiamo visto, ad oggi i diversi enti regolatori mondiali si stanno esprimendo singolarmente. Vale la pena però evidenziare che, nell’ambito delle informazioni legate al cambiamento climatico, le norme già in vigore e anche quelle in corso di adozione presentate dalla Commissione Europea, dalla SEC e dall’ISSB, fanno riferimento alle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).

Che cos’è la TCFD?

Le raccomandazioni del TCFD definiscono un framework internazionale per la rendicontazione dei rischi legati al clima. Istituite nel 2015 e aggiornate nel 2021 per promuovere un reporting sulle informazioni legate al clima più mirato e standardizzato (al fine di integrare e migliorare le scelte in ambito di investimenti, sottoscrizioni e decisioni di credito) sono state un utile strumento per fornire una maggiore consapevolezza delle implicazioni finanziarie del cambiamento climatico.

Man mano che le raccomandazioni del TCFD guadagnano consenso nel mondo e l'obbligo di rendicontare su questioni legate al clima si diffonde in diverse aree geografiche, le aziende dovranno essere sempre più conformi a queste disposizioni. Lo studio di Marsh ha rilevato che solo il 30% delle aziende FTSE 100 pubblicano una disclosure dedicata ai rischi del climate change in linea con le raccomandazioni del TCFD.

Le società FTSE 100 tendono ad includere i contenuti delle raccomandazioni TCFD all'interno dei propri annual report, un trend che si prevede diventerà comune nel prossimo periodo di rendicontazione annuale.

La completezza della rendicontazione varia molto tra i diversi settori: il 75% delle società del settore utilities, dell’estrazione e della salute pubblicano un report separato in conformità alle raccomandazioni TCFD, a fronte di nessuna evidenza circa la pubblicazione nel settore dei servizi.

Man mano che le raccomandazioni del TCFD guadagnano consenso nel mondo e l'obbligo di rendicontare su questioni legate al clima si diffonde in diverse aree geografiche, le aziende dovranno essere sempre più conformi a queste disposizioni. Lo studio di Marsh ha rilevato che solo il 30% delle aziende FTSE 100 pubblicano una disclosure dedicata ai rischi del climate change in linea con le raccomandazioni del TCFD.

Le società FTSE 100 tendono ad includere i contenuti delle raccomandazioni TCFD all'interno dei propri annual report, un trend che si prevede diventerà comune nel prossimo periodo di rendicontazione annuale.

La completezza della rendicontazione varia molto tra i diversi settori: il 75% delle società del settore utilities, dell’estrazione e della salute pubblicano un report separato in conformità alle raccomandazioni TCFD, a fronte di nessuna evidenza circa la pubblicazione nel settore dei servizi.

Secondo le raccomandazioni del TCFD, è fondamentale analizzare l’esposizione della società rispetto ai rischi climatici, intraprendendo un percorso di integrazione dei rischi legati al clima, nei processi aziendali di Enterprise Risk Management (ERM). Sfida rilevante per le organizzazioni è stimare l’impatto del rischio fisici e di transizione, comprendendo la loro correlazione inversa su scenari climatici differenti. 

Come migliorare il tuo posizionamento ESG? Scopri l’ESG Risk Rating Tool di Marsh

Alla luce delle evidenze emerse, le organizzazioni devono continuare a migliorare il loro posizionamento sui temi ESG, avere consapevolezza del mercato e dei megatrend, dei propri gap e delle opportunità di miglioramento.

Per raggiungere tali obiettivi, bisogna partire da una piena consapevolezza dei temi e dei rischi ESG rilevanti per il settore e per l’organizzazione, e predisporre di conseguenza un percorso evolutivo sui temi di sostenibilità. A tale scopo, Marsh mette a disposizione l’ESG Risk Rating, un tool gratuito sviluppato a livello internazionale che ha come fine ultimo quello di:

  • fornire un quadro di riferimento completo della società su 18 macro-temi ESG e su come la società possa essere effettivamente percepita dagli stakeholder esterni;
  • aiutare a disegnare il proprio percorso evolutivo, che spingerà la società verso il miglioramento continuo in ambito sostenibilità.

1Financial Times Stock Exchange 100 Index (FTSE 100), New York Stock Exchange (NYSE), Hong Kong Stock Exchange (HKSE), New York Stock Exchange (NYSE)

2I principali esempi sono l’UE e il Regno Unito, dove saranno approvate rispettivamente la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che richiederà di fornire disclosure dei rischi legati al clima, e l’obbligo per le società inglesi di fornire una disclosure allineata alle raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosure (TCFD).

Autori

Andrea Caldarulo

Andrea Caldarulo

Head of Enterprise Risk Services & ESG

  • Italy

Cristina Celac

Cristina Celac

Enterprise Risk Services Practice Leader, Marsh Advisory

  • Italy