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Prevenzione del rischio cyber: le 10 migliori pratiche per limitare i rischi informatici legati al remote working

La pandemia di COVID-19 ha spinto molti Stati a mettere in atto una serie di misure sanitarie di contenimento. Misure che hanno portato anche a un repentino e radicale cambiamento nelle abitudini e nelle pratiche lavorative, spesso attraverso l’implementazione (in tutti i casi in cui questo è stato possibile) del remote working.

Tuttavia, la situazione d’emergenza non ha consentito di effettuare una valutazione approfondita in merito alla preparazione delle organizzazioni e degli stessi lavoratori di fronte a un così radicale cambiamento nel loro modo di lavorare. Con l’improvviso aumento nell’utilizzo di PC aziendali (e personali) da parte dei lavoratori connessi da casa, le aziende si sono trovate ancora più esposte alla minaccia posta dagli attacchi informatici.

Le aziende hanno quindi dovuto attivarsi per proteggere i propri dati: non solo per evitarne il possibile furto ma soprattutto per scongiurare l’interruzione della continuità operativa, che potrebbe mettere ulteriormente a rischio l’esistenza stessa dell’azienda. L’emergenza legata al COVID-19 si è inoltre rivelata un’occasione particolarmente propizia per gli hacker informatici, con un incremento fino a sette volte dei tentativi di phishing dall’inizio della pandemia ad oggi.

Per supportare al meglio i nostri clienti abbiamo quindi individuato dei suggerimenti per ridurre il rischio cyber, in un momento storico in cui il remote working è diventato realtà quotidiana per milioni di persone. Con l’aiuto dei nostri esperti cyber abbiamo quindi definito un decalogo di “buone pratiche”, volte a limitare il livello di esposizione delle società a questa minaccia. Scarica la check list nella colonna di destra e verifica il livello di preparazione della tua azienda!

Cyber check list